mercoledì 3 maggio 2017

La strana indagine di Thomas Winslow

di Giacomo Festi


"Sparare ti pone alla giusta distanza dall'obiettivo, una distanza di sicurezza per l'incolumità della tua anima." [Thomas Winslow]



Di primo acchito la combinazione titolo-copertina-sinossi mi sono apparse subito azzeccate e hanno avuto la meglio sul mio essere restio dal giovane-autore-italiano-che-pubblica-per-piccole-case-editrici, categoria tra l'altro della quale faccio parte anch'io...

La storia (copio e incollo la sinossi ufficiale, un po' lunga ma esaustiva). Thomas Winslow è un uomo in fuga. Ma non fugge come una persona normale, egli segue il suo metodo. Scappa di storia in storia, spostandosi di storia in storia quando avviene il climax del racconto e attraversando tutti i generi narrativi. Non sa perché fugge, sa solo che deve scappare. La fuga gli ha annebbiato il cervello ma gli ha lasciato quella basilare informazione. Finché un giorno viene catturato dagli uomini grigi che lo portano dal loro capo, tal Ghilligan, il quale gli rivela che lui altro non è che un personaggio di una storia, dalla quale è fuggito, che giace in stallo in attesa del suo reinserimento. Così viene riportato all'interno della sua storia originale, nella quale è un detective degli anni trenta che deve investigare su un misterioso omicidio... ma l'indagine sarà più profonda di quanto possa aspettarsi. L'indagine più spaventosa e atipica di tutte. Quella dentro se stesso. Un libro che gioca con le citazioni, che omaggia un genere, e nel farlo cerca di rendere giustizia a tutti gli altri. Perché non c'è nulla di più importante al mondo di una storia, qualunque essa sia.

La strana indagine di Thomas Winslow è quel che viene definito un metaromanzo, un romanzo nel romanzo, un'opera che si nutre di se stessa e si rivolge al lettore che è complice e consapevole che tutti nella storia recitano una parte (ma che non è esente da porsi domande): tutti recitano una parte, sì, ma quale? E il fantomatico “libero arbitrio”? Cosa ci sarà mai sotto? Chi è il burattino e chi il burattinaio? Dubbi che invogliano alla lettura, segno che la narrazione funziona.

Abbiamo due stili ben distinti in questo libro, l'inizio e il finale da una parte, la parte centrale dell'altra. L'inizio, in vengono gettate le basi con pochissimi dialoghi, molto descrittiva e introspettiva. Forse questa è una cosa ben voluta e caratteristica, ma al contempo risulta un po' dura da digerire per i miei gusti, nonostante questo le vicende mi abbiano fatto venire in mente le tipiche storie di Neil Gaiman, che poi a dirla tutta sono un campo minato, non è mai semplice mettere giù qualcosa di fantasioso e renderlo plausibile. La parte centrale del romanzo invece è un vero e proprio poliziesco hard-boiled nello stile di Raymond Chandler, con dialoghi taglienti e spassosi e personaggi duri come piacciono a me. La storia sta in piedi, l'indagine poliziesca ambientata negli anni trenta fila che è un piacere, un po' mi spiace sia incastrata in qualcosa di più grande e complesso, ma è anche questo che dà qualcosa in più al romanzo anche se potrebbe non essere apprezzato da chi non è avvezzo a storie che osano scavalcare i confini rigidi dei generi.

La scrittura di Giacomo Festi è sapiente, ricca di citazioni e mai pomposa, che rende al meglio nelle battaglie dialettiche tra i personaggi e nei passaggi veloci ricchi di ritmo.

L'edizione è ben curata, un brossurato da più di 300 pagine con carta bianca e prezzo (10€) molto competitivo, è il primo libro della duetredue edizioni che leggo e l'impressione è molto buona.

Il punto debole del romanzo è forse l'inizio, risulta spiazzante per il lettore seguire il protagonista di storia in storia senza capirne subito il senso, vale comunque la pena portare pazienza per qualche decina di pagine.
Il finale, sebbene un po' troppo dilatato, è molto azzeccato, spiazzante ma che ci sta tutto, mi aspettavo qualcosa alla ShutterIsland (o stando in campo libri a L'isola della paura di Dennis Lehane) e invece la scelta dell'autore di chiudere il cerchio fedele a se stesso l'ho molto apprezzata.

Un romanzo ambizioso, forse imperfetto, ma di sicuro impatto che consiglio.
E confido in un poliziesco dall'inizio alla fine da parte di questo autore prima o poi.

"Non so come fai ad avere questo atteggiamento?"
"Perché so come sono. E tanto mi basta."
"E cioè?"
"Disperato. Non lo siamo tutti in fondo?"
(Thomas & Rourke)


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