venerdì 1 luglio 2016

2001 Odissea a Garden City (parte seconda)

Bentornata cara Myrna!

Retrospettiva fumetti: Julia n. 34,35,36,37,38,39 (2001)

no dai, devo sul serio scrivere una didascalia?
la copertina del n. 39 © Marco Soldi & SBE
C'è molta azione in questi sei numeri di Julia usciti nella seconda parte del 2001, dal doppio numero iniziale quasi interamente passato a giocare a guardia-e-ladri, al "I killer vanno in pensione?", tuttavia passato il traguardo dei tre anni di pubblicazione si continua a non avere alcun dejà-vu durante la lettura, le storie non sono ripetitive, anzi, sempre nuovi spunti e situazioni vengono proposti al lettore. Le storie piacevoli e di qualità, l'azione non mi infastidisce, anche perché un taglio dinamico rende gli albi più leggeri, certo spero sia una parentesi perché Julia nasce per il lato nascosto e introspettivo del giallo e non per quello meramente d'azione.

Episodio doppio con i n.34 "Il prezzo della libertà" e 35 "Route 70". Berardi per la prima volta dall'inizio della serie ha l'aiuto di Lorenzo Calza alla sceneggiatura, ai disegni Valerio Piccioni ed Enio. Un pluriomicida scappa dal carcere e prende in ostaggio Julia, le peripezie che affrontano durante la fuga, così come i morti che si lasciano dietro, sono innumerevoli. I due numeri stringi stringi sono una semplice caccia all'uomo, il ritmo è forte e la vicenda concitata e ben strutturata, il legante tra i due numeri è la finta morte dei fuggitivi e Julia alla fine della prima parte della storia. Durante il rapimento non sono riuscito a capire se Julia fosse sotto shock al punto di essere fin troppo distaccata dalle morti con cui aveva a che fare, ma ci sta. L'ovvia disperazione di Webb quando crede di aver perso Julia si scontra con la fiducia incrollabile di Baxet sul fatto che lei se la sia cavata, due punti di vista antitetici ma entrambi plausibile e che ci danno una visione diversa dell'immagine che i due uomini hanno dell'indagatrice dell'animo.
In tutto sto casino la vecchia nonna della Kendall esce dalla tana e decide di passare a trovare per la prima volta dall'inizio della serie la nipote, troverà Emily disperata per il rapimento e la presunta morte di Julia. Adesso capisco la freddezza della vetusta, ma è al limite del menefreghismo o della demenza la sua mancanza di preoccupazione per Julia.
Veniamo alle cose futili, Emily consiglia al postino di leggere "Il postino suona sempre due volte" di James Cain... Sì vabbè.
Canzoni citate? A bizzeffe: "Kind hearted woman" di Robert Johnson, "Gloria" di Van Morrison, "Day tripper" dei Beatles e "Come a time" di Neil Young & Crazy House.

© Sergio Bonelli Editore / M. Soldi & L. Zuccheri
Nel n.36 "Skip, il ladro" torna ai disegni il copertinista della serie Marco Soldi (assieme alla sempre presente Laura Zuccheri). Skip è un bambino filippino esperto nel furto acrobatico, avete presente Ocean's Eleven? Il cinese piccoletto esperto acrobata, contorsionista, che aiuta la banda? Ecco, il bambino della storia è qualcosa di simile. Questo durante un furto assiste a un omicidio, Julia se lo porta a casa e fnisce nei guai perché la refurtiva del bimbo interessa a un mafioso. La storia è piacevole, anche se il finale è velocissimo e stringato, come se si fossero trovati con meno pagine di quelle preventivate per risolvere la vicenda.
Julia chiama "Alan" il buon Webb e lui, come si dice dalle mie parti, si stima un bel po'.
La cosa che ho gradito di più è la rivelazione di una Julia (Berardi?) amante della fantascienza classica, racconta le notte insonni a leggere la trilogia della fondazione di Isaac Asimov (e gli altri seguiti no?!) e consiglia a uno studente John Wyndham, quello per intenderci di "Il giorno dei trifidi" o de "I figli dell'invasione". Io, da amante della fantascienza, apprezzo molto.

Il n.37 "I killer vanno in pensione?" è una sana e piacevole storia di vendetta che ogni tanto ci vuole. Un pacco bomba uccide la moglie di un tranquillo e distinto signore, ex-killer che si godeva la meritata uscita di servizio, la morte della moglie lo secca giusto un po' e lui fa una bella strage. Il vecchio è una via di mezzo tra un classico personaggio che interpreta Jason Statham nei suoi film e Jason Bourne visto la sua abilità, purtroppo il titolo svela troppo e subito, togliendo il gusto del dubbio che ci sarebbe stato almeno per le prime 50/60 pagine. Finale a effetto, dove ai cattivi non è concessa redenzione.
Ai disegni abbiamo Alberto Macagno e Claudio Piccoli. Piacevoli i siparietti tra una Julia, che si becca l'ennesima sberla dentro un localaccio perché non sa stare al suo posto e tenere a freno la lingua, e Leo Baxter, per spezza giusto un po' di ossa a chi ha fatto male alla sua Babe
Tanti i libri citati, il vecchio killer è un amante della lettura: "La macchina del tempo" di H.G.Wells (ancora fantascienza), "E Johnny prese il fucile" di Dalton Trumbo (che mi incuriosisce molto) e "Antichi maestri" di Thomas Bernhard. Julia legge "La lettera d'amore" di Cathleen Schine.

Nel n.38 "Il delitto è in onda" Berardi & De Nardo con alle chine Caracuzzo ci raccontano un omicidio in diretta tv, un presentatore infatti viene freddato da due colpi esplosi da una pistola di scena che doveva essere caricata a salve. Julia indaga assieme a Webb e gli indiziati sono davvero tanti: una ex moglie, un'amante, un figlio tossico, colleghi invidiosi, tutti di primo acchito vogliono bene al defunto ma tutti ci guadagnano parecchio dalla sua dipartita. Numero dalla trama piuttosto "classica", ma non per questo meno piacevole.
Di contorno all'indagine principale abbiamo Julia alle prese con un misterioso ammiratore che le manda fiori, cioccolatini, poesie di Nazim Hikmet. Alla fine si dimostrerà essere il figlio di Emily e Julia, che non sa se ridere o piangere dopo essersi lusingata e aver fantasticato la sua parte sullo spasimante, ammette di avere il doppio dell'età del ragazzo, quindi è una trentatreenne? Così pare.
Elmore Leonard la lettura del giorno.

Finalmente siamo giunti al n.39 "Bentornata, Myrna", dove Berardi  e Laura Zuccheri gettano le basi per il futuro della serie: un futuro dove avremo spesso come antagonista quella spietata gnocca che è Myrna Harrod.
Il giallo dell'albo sarebbe che Leo Baxter chiede a Julia di aiutarlo a incastrare il marito di una sua ex (una a cui tiene tanto che è pure bianca!) che fa lo strozzino. Tuttavia questo è solo un escamotage da parte degli autori per far fare qualcosa ai protagonisti finché fanno fuggire di prigione Myrna. Ed è proprio qui la parte interessante del numero, si parte da una Myrna Harrod remissiva in prigione, con scene alla Orange is the new black, ma come immaginiamo è tutto un bluff, la nostra amata killer, dalla sessualità versatile, crudele, pazza furiosa, ossessiva, nonché fottutamente scaltra, è ricca di risorse, infatti ben presto fugge e comincia a fare del suo meglio per sopravvivere. Ovviamente sopravvivere per lei significa non far sopravvivere gli altri, circuirli, sfruttarli e farli fuori, ah che dolce angioletto!
Nel finale anziché uccidere Julia le salverà la vita dalla strozzino, non perché sia diventata di buon cuore ma ovviamente per far fuori con le proprie mani l'oggetto del proprio amore malato, sua nemesi, Julia. Fuggirà senza portare a termine il delitto, stupita dalla reazione violenta della criminologa e disturbata dall'arrivo di Baxter e Webb.
Julia legge poesie di Allen Ginsberg e il romanzo "Tre camere a Manhattan" si George Simenon.

Che dire? Il 39 è un numero di passaggio certo, ma che fa un balzo di qualità assurdo con la presenza della serial killer. La promessa di un suo ritorno ci lascia un buon sapore in bocca, un sapore di ferro, un sapore di sangue, è una promessa di nuovi scontri tra le due facce della stessa medaglia: Myrna e Julia.

 

"La belva ferita si era rifugiata nella tana. Ma presto sarebbe riapparsa, lo sapevo bene. Perché avevamo un appuntamento noi due, di quelli a cui non si può mancare..." [Julia Kendall parla di Myrna Harrod]



Che la vecchia fastidiosa sia più scaltra della nipote o che abbiano sbagliato a darle le pastiglie?         ©SBE

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